sabato 7 aprile 2012

The Walking Dead - Amore e Morte - Capitolo IX

La parte più difficile di quella tremenda giornata fu il ritorno verso casa.
Billy e Rick non erano riusciti a infilarsi nello zaino nemmeno una misera scatoletta, e così tutta la fatica che avevano fatto per raggiungere il paese era stata assolutamente vana. Oltretutto, avevano sprecato un sacco di munizioni, e adesso si ritrovavano a scendere di corsa il sentiero in mezzo ai boschi per battere sul tempo il crepuscolo lattiginoso che li inseguiva.
«Non credevo che il paese fosse infestato. Ero convinto che gli abitanti lo avessero abbandonato prima della fine» mormorò finalmente Billy, col fiato corto, dopo un’interminabile ora di silenzio infranto soltanto dai loro passi che scricchiolavano sul sottobosco.
«E infatti avevi ragione, molto probabilmente. Erano troppi per essere tutti abitanti di quel paesino. Si devono essere spostati. Qualcosa li avrà attirati tra quelle quattro case diroccate» ipotizzò Rick, tuttora irrequieto. Se ne fossero comparsi altri in mezzo a quegli alberi in quel momento non avrebbero avuto modo di difendersi. Erano a pezzi e le loro armi erano completamente scariche. Avrebbero dovuto prenderli a bastonate e sperare di tenerli a bada. Se fossero stati tanti quanti quelli che si erano lasciati alle spalle, quasi sicuramente avrebbero avuto la peggio.
«Vuol dire che nemmeno la montagna è più un posto sicuro…» mugugnò Billy, sull’orlo del crollo.
«Lo è stata fino ad ora. Adesso, però, temo che si stiano muovendo anche in queste aree. Cercano cibo dove non sono ancora arrivati, perché non ne trovano altrove. Sono come animali che migrano» borbottò tetramente Rick.
«Pensavo che quassù saremmo stati al sicuro, io e Stephanie. Avevo il mio fucile, la mia scorta di viveri e acqua, la mia legnaia piena… E invece molto probabilmente dovremo andarcene. Non posso rischiare di tenerla qui, esposta al pericolo. Devo trovare un altro rifugio per lei.»
«Passerà. Se tutto va bene, stanno solo battendo la zona in cerca di qualche cervo. Spazzoleranno quello che rimane e poi torneranno in pianura, assieme agli altri» cercò di rassicurarlo Rick.
«E se non lo faranno? Se invece rimarranno qui, a setacciare i boschi e a rovistare in lungo e in largo per tutta la montagna? Prima o poi arriveranno a casa nostra, e se saranno in così tanti… No, non possiamo rimanere qui. Sta succedendo un casino, il mondo sta sprofondando, ma non voglio ancora arrendermi. Non voglio accettare il fatto che la morte debba già separare me e Stephanie, prima ancora che cominciamo a trascorrere la nostra vita insieme.»
Billy si fermò e guardò negli occhi Rick, ansimando leggermente. «Non voglio sparare un colpo in testa alla mia ragazza per poi infilarmi la canna del fucile in bocca e premere il grilletto. Non è così che deve andare a finire, capisci? Non in questo modo, con i morti che graffiano la porta e battono contro i vetri delle finestre. Non così
«C’è ancora speranza, Billy. Ad Atlanta, dove sembra si siano andati a rifugiare i superstiti. Laggiù c’è il Centro di Controllo delle Malattie, magari a quest’ora hanno già trovato un modo per bloccare l’infezione. L’hai detto anche tu, in fondo, no? Hai detto che i soldati hanno abbandonato la città per fuggire ad Atlanta. Si trovano là, adesso, ne sono sicuro. Atlanta è la nostra risposta» asserì Rick con decisione. Ma la sua voce era tremolante, e Billy intuì che prima di persuadere lui a dargli fiducia stava innanzitutto cercando disperatamente di convincere se stesso.
«Non lo so… Anche la mia casa in montagna pareva un luogo sicuro, inattaccabile. Invece, guarda adesso quanti zombie ci assediano da tutte le parti…» mormorò Billy, riluttante.
Rick non sapeva più che cosa rispondere, così ripresero a camminare in silenzio, di buon passo, con la notte che strisciava inesorabile alle loro spalle nel tentativo di raggiungerli, oltrepassarli e voltarsi indietro per tendere un agguato.
La casa di Billy era vicina, e i suoni del bosco si facevano sempre più sottili e distanti. Quasi che gli alberi avessero tratto un profondo respiro e adesso non volessero più liberare l’aria incamerata. Stavano così, col fiato sospeso, in attesa di un segnale che li autorizzasse a sospirare. Niente scricchiolii, niente versi di animali noti o sconosciuti. Niente di niente, eccetto i passi di Billy e Rick che si affrettavano.
Dovevano raggiungere l’abitazione e sbarrare la porta al più presto, prima che l’oscurità avvolgesse quel fianco tortuoso della montagna. Prima che il sole annegasse nella tremula foschia acquosa dell’orizzonte.
Era una corsa contro il tempo, contro la morte che avanzava implacabile. L’unico paese nei dintorni che potesse essere raggiunto a piedi era stato occupato da un terrificante gregge di zombie al pascolo. Così, niente più scorte di viveri, niente più bottiglie di acqua potabile, niente cesti, penne o fogli di carta, niente carburante. Billy e Stephanie erano definitivamente tagliati fuori dagli ultimi resti decadenti di una civiltà in frantumi, e d’ora in avanti si sarebbero dovuti arrangiare con quello che rimaneva.
«Fermo» comandò d’un tratto Rick, immobilizzandosi.
Billy, paralizzato, si abbassò d’istinto e Rick fece rapidamente altrettanto. L’ex vicesceriffo indicò un punto vago lungo il sentiero che continuava a scendere verso valle. Billy seguì il suo indice teso in aria e intravide un flebile movimento tra i cespugli, ma nulla di più. C’era una macchia di arbusti, là in fondo, ma pareva che fosse tutto tranquillo.
«Li vedi?»
Il ragazzo fece segno di no con la testa. Rick si frugò convulsamente nelle tasche, forse alla ricerca di qualche proiettile extra che potesse essergli sfuggito, ma dopo poco ritirò le mani vuote.
«Ci sono tre zombie che se ne vanno in giro da soli. Sono là dietro, li ho visti. Non credo proprio che si stiano nascondendo. Probabilmente non ci hanno ancora individuati, altrimenti sarebbero partiti subito all’attacco.»
«Come facciamo a sbarazzarcene?»
«Non possiamo. Dobbiamo aggirarli. Tre sono anche troppi, per due uomini disarmati. Non possiamo sperare di coglierli di sorpresa, colpirne uno significa avere gli altri due addosso. Deviamo da quella parte e recuperiamo il sentiero più giù.»
Seguirono il piano bisbigliato da Rick e si staccarono lentamente dal sentiero, procedendo bassi e cercando di produrre il minimo del rumore possibile. Si arrampicarono su una collinetta di rocce ricoperte da uno spesso strato di muschio e un paio di volte Rick perse l’equilibrio e rischiò di ruzzolare a terra. Billy proseguiva spedito, senza difficoltà, e quando il compagno stava per cadere gli porgeva la mano e lo teneva in piedi, annuendo in silenzio e facendogli cenno di andare avanti.
Ridiscesero la lieve altura dopo qualche centinaio di metri e localizzarono nuovamente lo stretto sentiero che continuava a serpeggiare tra gli alberi. Ormai doveva mancare poco, valutò Rick mentre rimettevano piede sul terreno battuto.
Quasi che gli avesse letto nel pensiero, Billy farfugliò cupamente: «Fra un quarto d’ora al massimo dovremmo esserci.»
Rick intuì immediatamente l’ansia nella sua voce. D’altro canto, come biasimarlo? Avevano appena incrociato tre morti che camminavano a un quarto d’ora di distanza dalla casa nella quale si trovava la sua ragazza, sola e impaurita. Stephanie aveva una pistola nel primo cassetto della cucina, certo, ma sarebbe stata in grado di usarla se avesse visto avvicinarsi uno zombie? Era poco probabile, purtroppo, considerò brevemente Rick. E questo faceva preoccupare anche lui, oltre a Billy.
Non avrebbero mai dovuto lasciarla a casa da sola.
«Ci stanno seguendo» borbottò laconicamente Billy, e Rick ruotò la testa lentamente all’indietro per controllare se fosse vero. Non ci mise molto a individuare le tre figure nere che nel crepuscolo ormai inoltrato scendevano il sentiero con passo incerto, scivolando sulle rocce affioranti e rialzandosi in piedi quasi subito per riprendere a trascinarsi verso di loro.
Hanno fame, e sono qui per noi. Seguono il loro pasto che cerca di fuggire.
«Al diavolo. Non possiamo portarceli dietro fino a casa. Bisogna abbatterli, a questo punto» tagliò corto Rick, e si fermò per afferrare un pezzo di legno che intralciava il sentiero.
«No, non quello lì. È troppo secco, si spezzerebbe al primo colpo. Prendi quello là, piuttosto. Mi sembra più robusto» lo avvisò Billy quasi meccanicamente, afferrando il proprio fucile per la canna e offrendo agli zombie che venivano verso di loro il profilo dell’impugnatura.
«Io mi sposto sulla sinistra, tu vai verso destra. Provo a lanciare una pietra a quello più vicino appena viene sotto tiro. Se riesco a beccarlo in testa è fatta, ci occupiamo degli altri due e poi lo finiamo. Se lo manco, invece, dobbiamo sperare di avere fortuna.»
«Okay.»
Rick si abbassò e scalzò dal terreno umido il pezzo di pietra più grosso che ci fosse a portata di mano. Appoggiò a terra il bastone appena recuperato e portò il masso all’altezza della spalla, prendendo la mira.
I tre zombie erano veloci, gli occhi assenti e le bocche macchiate di sangue, i capelli impiastricciati di terra. Uno era un ragazzo di colore, un altro sembrava un vecchio contadino sulla sessantina. Il terzo era una giovane donna con i capelli rossi e un lungo taglio sulla fronte.
Rick puntò al contadino sui sessanta, ruotando il busto leggermente all’indietro e richiamando alla mente gli allenamenti di football delle superiori. Lanciò in aria la pietra e il bersaglio cadde all’indietro come una marionetta di legno alla quale fossero stati tagliati i fili.
L’ex vicesceriffo afferrò velocemente il bastone e lo calò spietato sulla testa della zombie coi capelli rossi, ripetendo l’attacco finché non trasformò il taglio sulla sua fronte in una lacerazione ben più profonda.
Si girò a guardare Billy e lo vide calare energicamente il calcio del fucile sulla testa del contadino morto disteso a terra. Il cranio si frantumò come un melone marcio precipitato dalla cima di un grattacielo. L’altro zombie, quello di colore, era già adagiato in una pozza di sangue poco più in là.
«È quasi buio. Muoviamoci» sentenziò Billy, e la corsa in mezzo al bosco riprese.
Pochi minuti più tardi, finalmente, gli alberi cominciarono a diradarsi nella penombra e le fronde rivelarono i primi brandelli di cielo, sempre più sgombro e sempre più scuro. I loro occhi stanchi si posarono sul profilo della casa di Billy e Stephanie, che troneggiava sullo spiazzo d’erba e sul cortile di ghiaia dal quale si snodava la strada diretta verso valle.
«Vedi niente in giro?» barbugliò Billy, acquistando maggiore velocità nella discesa.
«Mi sembra tutto a posto» confessò Rick, puntando lo sguardo sulla sua automobile parcheggiata davanti all’abitazione. Doveva prima di tutto recuperare il borsone con le armi e ricaricare la pistola. Poteva tornargli utile nel corso della notte. E forse era meglio passare un po’ di munizioni anche a Billy, prima che il cielo diventasse una colata di asfalto nero bollente.
Raggiunsero il cortile con il fiatone e si avvicinarono alla facciata della casa. Finalmente comparve il portico, e finalmente la sagoma della porta d’ingresso venne tratteggiata nella semioscurità della sera. Ma il cuore di Rick saltò un paio di battiti non appena realizzò che quella stessa porta era orrendamente spalancata verso l’oscurità dell’interno.

THE WALKING DEAD
AMORE E MORTE
SCRITTO DA DAVIDE DE BONI
ISPIRATO ALLA SERIE DI FRANK DARABONT E ROBERT KIRKMAN

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